San Nicola di Bari

 

Nicola fu un vescovo orientale vissuto tra il III ed il IV secolo, intorno al 280 d. C.. Ben presto però dovette lasciare la sua città, probabilmente Patara, città portuale della Licia, e trasferirsi a Mira.

Qui probabilmente ebbe luogo il primo episodio noto della sua vita: l'intervento a favore di alcune fanciulle da marito. Nicola, venuto a sapere che tre ragazze povere, per problemi finanziari,  stavano per finire nella prostituzione. Pare che Nicola avvolse delle monete d'oro in un panno e fece scivolare il sacchetto nella loro casa, consentendole di sposarsi. Qualche tempo dopo Nicola ripetè il gesto per le altre due figlie.

 

 

In seguito, dovrebbe essere divenuto presbitero e vescovo. Teodoro, autore di una Historia tripartita (basata sui tre storici cristiani Socrate, Sozomeno e Teodoreto), inserì il nome di Nicola al 151° posto nella lista dei 318 padri presenti a Nicea.

 

L’episodio della sua vita più noto in Oriente è quello della Praxis de stratelatis (Il fatto dei comandanti militari). Tre ufficiali di Costantino, nell'ambito di una operazione per domare una ribellione di mercenari, attraccarono ad Andriake e concessero alcune ore di libertà ai soldati. Un gruppo di essi raggiunse Mira, a circa tre chilometri all'interno, e provocò dei disordini. Di questi furono accusati tre cittadini innocenti, i quali furono trascinati sul luogo dell'esecuzione. Alcuni accorsero dal vescovo Nicola, che nel frattempo aveva ricevuto i tre ufficiali, e gli riferirono ciò che stava accadendo. Lasciando tutto, Nicola riuscì a trovare i malcapitati prossimi alla decapitazione. Dopo aver bloccato il boia, riuscì a far liberare i prigionieri.

Quando gli ufficiali Nepoziano, Urso ed Erpilione rientrarono a Costantinopoli furono accolti trionfalmente, ma poi rischiarono la condanna a morte, da cui furono liberati da un nuovo intervento di S. Nicola. Questo episodio è l'unico che si è salvato di una Vita di san Nicola (Bìos) del IV-V secolo

Il suo culto si diffuse in fretta. La prima vita pervenuta è quella di Michele Archimandrita (720 circa), che oltre alla Praxis de stratelatis, riporta altri episodi, compreso quello delle tre fanciulle. E’ celebre l’intervento di Nicola in tempo di carestia, la distruzione del tempio di Artemide e l'intervento con cui portò in salvo dei naviganti durante una tempesta.

 

Il 20 Aprile 1087, sessantadue marinai baresi trafugarono le ossa del Santo da Myra e le traslarono a Bari il 9 Maggio. Per custodirle fu costruita una Basilica in stile romanico.
Sin dai primi anni nacque la consuetudine di celebrare la festa dell'arrivo a Bari delle reliquie. Le Fonti coeve della Traslazione testimoniano già questa circostanza. Alla festa liturgica del 6 Dicembre, si aggiungeva quella della Traslazione il 9 Maggio.

A Mira il sarcofago di san Nicola lasciava sgorgare (dalle ossa o dalla tomba?) il myron, che si raccoglieva con una piuma, cioè in piccole quantità.

 

In Occidente il primo scrittore che ricorda la "manna" di san Nicola è Giovanni di Amalfi (X sec.), seguito da altri che puntualizzano i miracoli operati dal suo flusso e Al momento della irruzione dei Baresi nella basilica di Mira, i monaci custodi del Santuario, ritenendoli pellegrini, anche se un po' rumorosi, offrirono loro un po' di santo "liquore" estratto dal sepolcro, raccolto come olio in un’ampolla di vetro

 

 

E’ noto che, dopo la loro reposizione nella cripta del corpo di S. Nicola, la “manna” riprese a sgorgare. Anche il Responsorio del Santo riprende il tema dell'olio ("Cuius Tumba fert oleum, matris, olivae nescium; quod natura non protulit, marmor sudando parturit"). 

Alfredo Giovine. Testo è nel volume: "Canti popolari reli­giosi baresi", Bari 1963, p. 15. 

Sanda Necòle va pe màre,
va vestùte a marenàre,
e ca vole la mendagnòle,
Sanda Necòle tutte d'ore.
 
Allègre pellegrine,
Sanda  Necòle  av'a partì.
Allègre marenàre,
Sanda  Necòle  va pe màre.
 
Sanda Necòle iè d'argìinde:
va pe màre a ammène u vìinde;
va pe tèrre chìine de sòle,
Sanda Necòle iè tutte d'ore. Allègre pellegrine,...
 
E stasère u-am'annùsce,
(chi) li torce a (chi) li lusce,
e miràdele quànd'è  bèlle,
e ca iè Sanda Necòle. Allègre pellegrine,...

Sanda Necòle va pe m mare,
va vestùte a marenàre:
nu ca sime vergenèdde,
lu velìme acchembaggnà. Allègre, pellegrìne,,..

Sanda Necòle va pe m mare,
la Madonna  iìnd'a la nache,
Gesù Criste a lu temòne,
tutte l'angiue a marenare. Allègre, pellegrìne,...

Sanda Necòle iè d'argiìnde,
va pe mmare e ammen'u  vìinde,
e u-ammène a le mendaggnòle:
Sanda Necòle iè ttutte  d'ore. Allègre, pellegrìne,...

A li 20 d'Abbrìle
Sanda Necòle partì da Mire:
Allègre, marenàre,
Sanda Necòle vène pe mmare. Allègre, pellegrine,...

E stasèra u-am'annusce
che le torce e che le lusce.
E meràdue quand'è  bbèdde,
e ca iè Sanda Necòle!

 


TRADUZIONE ITALIANA
San Nicola va per mare / va vestito da marinaio, / gradisce i pellegrini  di montagna  (gli umili),­ san  Nicola tutto  d'oro. 

Allegri  pellegrini, san Nicola partirà. / Allegri  marinai, / san Nicola va per mare. 

San Nicola è d'argento: /·è sul mare e ci dà il vento; / è sulla  terra, pieno  di sole, / san Nicola è tutto d'oro.

E sta­ sera lo  porteremo  in  processione  / con  torce  e luci, / e miratelo quanto è bello, / è san Nicola.­ 
San Nicola va per mare, / è vestito da marinaio:­/ noi che siamo verginelle, / lo vogliamo accompa­ gnare. -Allegri pellegrin

San Nicola va per mare, / la Madonna nella culla, / Gesù Cristo al timone, / tutti  gli angeli sono marinai.
San Nicola è d'argento, / Va per mare e porta il vento / e lo porta alla montanara:
Il 20 Aprile / san Nicola partì da Myra: / allegri, marinai, / san Nicola ora viene attraverso  il mare.

E questa  sera lo porteremo  in processione / con le torce e con le luminarie.

/ E miratelo  quanto  è bello, / è san Nicola.